(2021) Nuova Secondaria XXXVIII, 05, 81-85

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Abstract:

La ricerca in didattica della scienza ha ampiamente evidenziato che le matricole universitarie iscritte a un corso accademico di fisica non sono una tabula rasa, ma portano con sé concezioni personali del mondo fisico e schemi interpretativi che affondano le radici sia nella loro esperienza di vita sia nel percorso educativo e formativo precedente. Sfortunatamente, molte di queste idee si rivelano sostanzialmente errate e sono state per la prima volta battezzate con il nome di misconception nel 1972, nel contesto di una ricerca incentrata sui bambini di una scuola elementare degli Stati Uniti. In seguito, le misconception relative alla Fisica sono divenute oggetto di numerosi programmi di ricerca, che hanno consentito di classificarle in differenti categorie. Al di là della loro tipologia, tali idee, che possono essere sinteticamente definite come punti di vista in contrasto con quelli riconosciuti e accettati dalla scienza, attirano tuttora l’attenzione di ricercatori e docenti perché rappresentano un significativo ostacolo al processo di maturazione di una corretta comprensione dei fenomeni fisici da parte dei discenti.
In questo quadro il Laboratorio di sperimentazione didattica ST2 del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento, ha condotto uno studio di caso finalizzato a rispondere alle seguenti Domande di Ricerca (DdR):

1. gli allievi iscritti al primo anno di ingegneria del Politecnico di Milano manifestano alcune concezioni erronee, legate a contenuti significativi che essi normalmente studiano nei loro corsi accademici incentrati sulla fisica classica e, allo stesso tempo, già affrontati alla scuola secondaria superiore?

2. Quale è la diffusione di tali idee errate?


Attività